martedì 13 febbraio 2024

Il carrozzone va avanti da sé...

 


...con le regine, i suoi fanti e i suoi re...

è finita quella che alcuni chiamano settimana santa, io preferisco chiamarla settimana di passione - in fin dei conti la stessa Vanoni ha affermato che "a vederlo tutte le sere ti viene la meningite" - e, come tutti i Sanremo precedenti, si è portato dietro le sue polemiche. Lasciando in secondo piano la gara canora e i retropensieri sul secondo posto di Geolier che lasciano il tempo che trovano, sicuramente è assai più interessante soffermarci sulle reazioni ad alcune esternazioni di qualche cantante in gara.

Pensare che Sanremo sia una gara canora avulsa dalla realtà è una sciocchezza conclamata almeno da quella sera in cui  un uomo voleva buttarsi dalla galleria o da tutto ciò che ancora oggi avvolge la morte di Luigi Tenco. Quindi era inevitabile che qualche riferimento alla situazione che stiamo vivendo ci fosse, che ci piaccia o meno.

Ecco, questo è il punto: siamo obbligati a condividere tutto quello che viene detto dal palco di Sanremo? No. Ma abbiamo il dovere di ascoltare e di lasciarci interrogare da quanto viene detto e poi, in caso, cestinarlo. Invece, come zia Mara ha fatto ben intendere, noi dobbiamo condividere tutto, altrimenti iniziano i casini. Vedi mai che il senatore Gasparri prepari una (ennesima) interrogazione in commissione vigilanza RAI o che qualche ambasciatore si indisponga! Il problema di voler relegare Sanremo esclusivamente ad una gara canora senza nessun contatto con la realtà, è che si potrebbe poi finire a contestare i testi delle canzoni e magari procedere con una censura preventiva (non sarebbe la prima volta che viene cambiato il testo di qualche canzone...).

Lasciamo allora che, nei limiti della buona educazione, i cantanti in gara esprimano il loro pensiero, come hanno fatto a loro modo Ghali (con una educazione e una classe che il senatore Gasparri si sogna) e Dargen D'Amico (graffiante e diretto) e che il dibattito si animi; non sarà certo qualche frase detta da un cantante su un palco a determinare la direzione delle politiche del Paese! E il solo fatto di pensarlo rivela tutta la piccineria della nostra classe dirigente (come il comunicato letto domenica sera in coda a Domenica In rivela le paure dei dirigenti RAI che, ovviamente, non sono da imputare all'ambasciatore israeliano in Italia). Qualcuno rosicherà? Amen; anche questo fa parte del gioco.

...Ridi buffone, per scaramanzia... 

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