mercoledì 27 marzo 2024

Tutti contro tutti

 


La litigiosità, si sa, è una prerogativa della Sinistra: una radice di anarchia deve essere sopravvissuta alle successive trasformazioni delle varie anime che la compongono. Meno evidente invece questa caratteristica nella Destra. Non perché non ci sia, ma in quanto l'adagio inneggiante a ordine e disciplina riesce sempre a prevalere sulle specifiche esigenze delle varie compagini. Almeno fino ad oggi.

Un'avvisaglia si era già avuta anni fa con lo scontro tra Fini e Berlusconi, ma il dominus di Forza Italia (allora Popolo della Libertà) era riuscito facilmente ad avere ragione dell'avversario interno e a neutralizzarlo. Stessa cosa si può dire per tutti i "delfini" forzisti, bollati alla fine come traditori e regicidi.    

In questi giorni, complice la campagna elettorale per le elezioni europee in cui ciascuna forza (o quasi) si presenta singolarmente, sembra di assistere ad una versione aggiornata e corretta delle baruffe chiozzotte di goldoniana memoria: un tutti contro tutti nel tentativo di attirare quel voto in più che potrebbe significare la salvezza o la crisi di innumerevoli leaders politici del nostro Paese. Tutto viene visto in funzione utilitaristica: al centro non ci stanno idee o programmi sull'Europa, ma la necessità di pesarsi tra capi partito per vedere chi potrà alla fine fregiarsi del titolo di vincitore di questa tornata elettorale. Data questa situazione, il risultato finale appare scontato; a meno di tragici travasi di voti, nessuno si dichiarerà sconfitto e tutti troveranno qualche dato cui potersi appigliare per celebrare la propria vittoria (di Pirro). Una classica cosa all'italiana, insomma.

Dando uno sguardo ai 3 poli si trovano situazioni assai comiche, che denotano da un lato la mancanza di progettualità politica di alcune forze e dall'altra la costante necessità di alcuni leaders di prendersi il centro della scena, anche se non hanno nulla di intelligente da dire (ma in questo sono aiutati di talk show politici che quotidianamente inondano le nostre TV).

Partiamo dal Centro: la galassia LibDem è da settimane in preda a convulsioni foriere di evoluzioni e smentite quotidiane. Sulle scelte nelle elezioni regionali stendiamo un velo pietoso perché si rischia di perdere la sanità mentale, mentre sul fronte delle elezioni europee le ultime novità danno Italia Viva e +Europa unite nella ricerca di superare lo sbarramento del 4% e Azione che si è unita ai Repubblicani (esistono ancora?) impegnata sempre nel medesimo obiettivo. Ovviamente, qual ora entrambe le liste superassero la soglia di sbarramento confluirebbero nel medesimo partito europeo: ALDE. Non conveniva allora cercare di costruire un progetto politico unitario, credibile, al riparo dall'ego dei capi, con cui presentarsi ai cittadini? Dicono di essere l'unica alternativa possibile al nazionalismo e al populismo, ma mi pare che più che altro si siano messi in alternativa tra loro, col rischio che nessuno entri al Parlamento europeo (o che il partito più grosso, Azione, rimanga fuori e vi entrino due compagini più piccole). Ennesimo fallimento annunciato? Vedremo.

A Destra volano gli stracci da un po'. Meloni vuole il bis di Von der Leyen, ma con una maggioranza diversa (spera che i suoi Conservatori prendano il posto dei Socialisti e Democratici), Salvini vuole la stessa alleanza che c'è qui in Italia (Nazionalisti, Conservatori e Popolari), ma Tajani e altri leaders popolari escludono categoricamente di potersi alleare con i Nazionalisti (gruppo cui fanno parte, oltre alla Lega, anche AfD e RN). I popolari poi non hanno dato un consenso unanime a Von der Leyen, quindi bisogna vedere se la sua candidatura soppravviverà alle elezioni: nel caso in cui il PPE proponga un candidato diverso alla guida della Commissione Europea, Meloni sarà disposta a sostenerlo? E siamo sicuri che i voti dei Conservatori basteranno a compensare i voti di S&D per dare all'Europa il primo governo di Destra della sua storia? Anche qui più incognite che certezze e più calcoli che programmi. Inoltre, a questo risiko si aggiunge il fatto che se la Lega dovesse prendere meno voti di Forza Italia, Salvini faticherebbe a tenere a freno la voglia di congresso che già circola in alcuni ambienti del suo partito. Farà quindi di tutto pur di non finire disarcionato. Prepariamo i popcorn. 

Infine la Sinistra. La prima questione è dove andranno i 5S; impensabile che possano portare anche sul piano europeo il teatrino indecente che stanno da settimane allestendo qui nel Paese e a quel punto Conte sarà finalmente costretto a smettere di sgusciare come un'anguilla e a prendere una posizione chiara. Il PD ha deciso di candidare la Segretaria, mossa disperata per cercare di scongiurare una rovinosa debacle? Può essere, ma in questo caso, se sconfitta sarà, non ci sarà appello per Schlein. La loro speranza è quella che nella bilancia, alla fine, S&D pesi più di ECR, così da continuare a restare nella maggioranza parlamentare che guida le Istituzioni europee. Tocca sperare nella Spagna di Sanchez. Alla Sinistra dei due partiti principali si sta muovendo tutta una serie di liste che molto probabilmente si scontrerà con lo sbarramento del 4%, per cui le speranze e i sogni di molti si infrangeranno la sera stessa delle elezioni. Sarà comunque un voto di testimonianza, certamente apprezzabile, ma inutile.

Alle elezioni del 6-9 giugno mancano ancora alcuni mesi. Stiamo entrando nel vivo della competizione. Sono sicuro che ne vedremo delle belle e la coerenza delle varie forze politiche (quella poca che ancora hanno) sarà messa a dura prova. Venghino signori e signore, venghino! Lo spettacolo sta per iniziare!   



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