mercoledì 17 gennaio 2024

"Chi è senza peccato scagli la prima pietra"

 


Sono trascorsi mesi dal funesto 7 ottobre dello scorso anno in cui dei criminali di Hamas hanno compiuto un massacro in territorio di Israele, uccidendo centinaia di persone (donne, uomini, vecchi, bambini) senza pietà. Da allora, lo Stato di Israele ha iniziato a preparare un contrattacco contro le basi di Hamas nella Striscia di Gaza che, una volta iniziato, non si è più fermato e ancor'oggi continua a mietere vittime in modo assolutamente fuori controllo.

Nessuno può mettere in dubbio la terribile crudeltà dell'orribile e vigliacco attacco terroristico di Hamas, ma da uno Stato che si dice democratico ci si aspetterebbe ben altra qualità di risposta di fronte a tale azione. E far finta che tutto sia iniziato il 7 ottobre scorso non aiuta certo a trovare una via d'uscita a questa sempre più intricata vicenda: un conto è la propaganda (che può andare bene per Hamas e Israele), altro un'analisi veritiera dei fatti (che dovrebbe guidare le azioni della comunità internazionale). 

Ecco allora che nessuno può ritenersi senza peccato. I Palestinesi innanzitutto: la loro ondivaga politica nel corso dei decenni ha fatto spesso mancare il raggiungimento degli obiettivi (uno Stato palestinese autonomo e sovrano, riconosciuto dalla comunità internazionale, in grado di gestire la sua sicurezza e di contribuire a garantire quella di Israele). Questa politica inconcludente purtroppo ha dato fiato a quanti vogliono percorrere vie spicce per ottenere ciò che vogliono, mettendo in conto che a pagare il prezzo delle loro azioni criminali saranno pagate da tutti i cittadini. Una leadership palestinese credibile è il presupposto per una soluzione della questione palestinese.

Israele d'altro canto ha il dovere di non lasciarsi trascinare da ideologie teocratiche anacronistiche già da quando furono formulate nel passato (la teoria "dal fiume al mare" non è invenzione Palestinese...) né da ingordigia e sete di rivalsa, ma attenersi a quei principi fondamentali che garantiscono la pace internazionale (o quantomeno permettono che le situazioni critiche non degenerino in conflitti continui). La pacificazione con il popolo palestinese è il fondamento della sicurezza d'Israele, senza questa consapevolezza non ci potrà essere fine alla spirale di violenza e sangue.

La comunità internazionale, infine, che ha creato questo problema, ha il dovere di non nascondersi, ma di operare per trovarne la soluzione. Pensare di lavare la colpa e il sangue di 6 milioni di Ebrei europei uccisi dalla follia nazista dando a questo popolo un suo posto nel mondo, senza rendersi conto che quel posto era già occupato e che sarebbe stato necessario arrivare ad un accordo in maniera preventiva, è stato quanto meno semplicistico. La pretesa occidentale di avere la soluzione per ogni problema, senza guardare alla realtà in modo completo, ha avuto nella questione arabo-israelo-palestinese una dimostrazione assoluta: non è un caso se ha generato una situazione di conflitto semipermanente dal 1946 ad oggi!

Certo, come semplice cittadino mi sento impotente di fronte a tanta violenza ed è difficile non perdere la fiducia che un giorno finirà, ma credo anche che la situazione odierna, per quanto drammatica, possa essere una base da cui partire per sanare le ferite di questi decenni e offrire ai milioni di cittadini israeliani e palestinesi un futuro di pace. Provare a superare la voglia di vendetta che umanamente ci sovrasta davanti a quanto accade dal 7 ottobre scorso è l'unica strada che abbiamo per evitare di ricadere negli errori del passato e per cercare vie nuove. La notizia di elezioni generali nei territori palestinesi è il primo passo verso questa nuova strada. Speriamo che questo nuovo barlume di speranza non venga spento dalla violenza e dal sangue innocente che grida a Dio - che si chiami Jahweh o Allah- giustizia. 


Nessun commento:

Posta un commento

Verso un'Europa Nero-Bruna?

  Dopo una primavera ed un'estate di elezioni, ed in vista di un autunno che si preannuncia altrettanto gravido di scelte politiche, alc...