mercoledì 3 aprile 2024

Purgatorio Italia

 





«Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!»

(Purgatorio, canto VI, vv. 76-78)


Questi versi di Dante, scritti ormai più di 700 anni fa, sono sempre validi. Ieri era lo scontro tra la Lega dei Comuni, l'Imperatore germanico e il Papa, oggi le diverse scaramucce tra le varie forze del Paese: sempre nave sanza nocchiere e sempre in gran tempesta. Un bel bordello!

La questione principale è quella della mancanza di visione politica a medio e lungo termine. Il nocchiere non è da intendersi come l'uomo (o la donna) della provvidenza, ma come quella politica capace di tratteggiare una rotta sicura in cui far navigare il Paese, tuttavia, se si è sempre in campagna elettorale diventa difficile poter costruire questo percorso. E la situazione internazionale non aspetta certo le lungaggini del nostri sistema istituzionale (o di quello europeo) per sottoporci le sue crisi. Il rischio è che prima o poi si scateni la tempesta perfetta che faccia affondare la nave e noi con essa.

Ci sono alcuni pensieri che mi frullano in testa da un po' di tempo: possibile che, pur nel cambio dei Governi e delle Maggioranze le linee fondamentali della politica rimangano praticamente identiche? Che governino Draghi, Meloni, Conte, Renzi o Gentiloni la sostanza non cambia. L'impianto generale delle politiche rimane lo stesso. E sostanzialmente si concretizza in tagli, mance e nuove tasse. Togliamo il superbonus, ma facciamo qualche condono fiscale, riduciamo i finanziamenti alle politiche sociali o alla sanità e al contempo offriamo qualche mancia a questa o quella categoria specifica. Non è solo una questione - già messa in musica qualche decennio fa - di cos'è Destra e cos'è Sinistra, ma proprio di avere in testa un progetto, di qualsiasi tipo.

Come cittadino mi piacerebbe allora che i vari leaders politici si esprimessero chiaramente rispetto ad alcuni temi, mettendo da parte tecnicismi e i discorsi per rabbonire e ammansire le folle:
1) la sanità pubblica...cosa ne facciamo? Perché se Lombardia e Veneto sono fiori all'occhiello in merito, altro che bordello! Liste d'attesa infinite, ospedali chiusi, mancanza di medici sono tutti incentivi indiretti verso la sanità privata, ma non sono certamente a costo zero.
2) scuola, università e ricerca: ci crediamo nella formazione? vogliamo investire nel futuro del nostro Paese o ci lamentiamo dei cervelli in fuga e al contempo approviamo classi pollaio? Integrazione e lotta contro ogni forma di disagio non si fanno solo a parole, servono fondi, personale e progetti precisi. Dove reperire tali risorse? Probabilmente serve una riforma complessiva del sistema, ma per andare verso dove?
3) il mondo del lavoro: salario minimo, contratti, ammortizzatori sociali...riusciamo a mettere ordine in questa selva oscura o preferiamo continuare a nasconderci e dare la colpa ai governi precedenti? Come rendere attrattivo il nostro Paese e come sostenerne il sistema produttivo senza dover continuare a versare milioni nelle casse di società industriali perennemente in crisi e incapaci di restare all'interno dell'economia di mercato?
4) per quanto riguarda l'economia e il bilancio dello Stato riusciamo ad avere un piano credibile di riduzione del debito, di lotta all'evasione e all'elusione fiscale, di dismissione di tutte le pratiche di bonus vari per costruire un'azione complessiva? Possibile che non sia possibile rivedere il quadro globale del bilancio dello Stato andando al di là dei tagli lineari? Quali sono i punti centrali su cui puntare le (poche) risorse a disposizione per rilanciare l'economia del Paese? Come pensiamo di sostenere questo sistema produttivo e di vita? Quali energie pensiamo di utilizzare? la transizione ecologica come la vogliamo fare (se la vogliamo fare)?
5) La giustizia nel nostro Paese procede a rilento e la mole di leggi presenti nel nostro ordinamento rende tutto molto fumoso. A quando una riforma che non sia 'ad cazzum' ma complessiva del sistema, per cercare di aggredire i gangli problematici e darci una giustizia degna di tale nome, che inchiodi i furbetti (oltre che i criminali) e non li lasci liberi di continuare a operare solo perché muniti di bravi avvocati in grado di piegare la legge a loro favore.
6) Siamo una penisola protesa nel mare ed esso è la prima linea della nostra politica estera. Il nostro ruolo nel Mediterraneo e in Europa, idee in proposito? Magari con un po' più di concretezza (= soldi anche) del fantomatico "Piano Mattei" che non ha - al momento - né capo né coda. Quali partnership consideriamo strategiche all'interno dell'UE, nella zona mediterranea e nel Mondo? La cooperazione internazionale, quali finalità e quali risorse?
7) Il Parlamento sta lavorando attorno ad una riforma parziale della Costituzione. Quale sistema istituzionale si ha in mente di costruire? Si dice che abbiamo la Costituzione più bella del mondo, ma che in alcuni aspetti segna ormai il tempo. La Costituente ha lavorato in un certo modo, unendo al suo interno tutte le anime (liberale, popolare, socialista), ora ci aspettiamo l'ennesimo cambio a maggioranza e fallimento al referendum? In Europa ci sono Paesi con altri sistemi istituzionali (tutti con pregi e difetti), forse basterebbe prendere spunto e adattare più che inventare altre 'porcate'.
8) gli enti locali spesso si sobbarcano le prime risposte da dare alle esigenze dei cittadini e solitamente tali risposte sono parziali, contradditorie, insufficienti...Come si pensa di creare integrazione, di superare le crisi locali, di combattere la criminalità senza mettere Comuni, Province e Regioni in grado di operare al meglio? La sussidiarietà è un valore da perseguire o l'autonomia è solo una bandiera da sventolare quando si deve nascondere altro? E quale struttura deve avere tale relazione tra Enti e Centro per non mettere nessuno in difficoltà?

Alcuni temi e alcune sollecitazioni...ce ne sono molti altri...ma avere già risposte chiare e non in politichese su questi sarebbe un passo avanti. Dubito arriveranno e dubito le cose cambieranno. La speranza è l'ultima a morire, ma alla lunga muore anche essa e la disaffezione dei cittadini dalle urne è il segnale più lampante di questa malattia della nostra democrazia. Non è facile andare a votare se non si sa cosa votare perché tutti sembrano timpani che non fanno altro che rimbombare la loro vuotezza di contenuti. Tuttavia credo che come cittadini abbiamo il diritto di ricevere, anzi di pretendere risposta! Ma l'Italia non è più Paese di rivoluzioni e preferiamo trovare vie alternative per raggiungere ugualmente il nostro scopo. E questo contribuisce non poco a prolungare questo purgatorio nel quale ci troviamo a vivere.





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