lunedì 15 gennaio 2024

"In bilico tra santi e falsi dei, sorretto da un'insensata voglia di equilibrio e resto qui"

 


Che la storia della nostra Repubblica sia piena di omissis è risaputo, che nei meandri di questi si celino ferite mai realmente guarite è altrettanto ovvio. Eppure ogni volta ci stupiamo, stolidi, come di fronte ad una cosa nuova e mai vista prima.

Fare i conti con il passato non fa piacere a nessuno, soprattutto quando è ingombro di eventi difficilmente giustificabili e gronda sangue spesso innocente. Eppure non ci può essere nessun passo avanti se prima non si volge lo sguardo indietro per cercare di far pace con quanto accaduto. Il rischio è che il presente (e il futuro) siano schiavi di tale passato irrisolto e si aggroviglino in continue vendette e ripicche che a nulla di buono possono portare.

Quanto accaduto ad Acca Larenzia non è una novità di quest'anno, è un fatto che si ripete sempre uguale a sé stesso da decenni eppure questa volta è finito al centro dell'attenzione mediatica. Cosa è cambiato? Sicuramente non è tornato il Regime fascista e i principi liberali e democratici della nostra Costituzione sono ancora saldi al loro posto (o, almeno, non sono disattesi più di quanto non lo siano stati nelle decadi passate), eppure si è sentito il bisogno di creare una notizia.

Certo, per chi scrive, tali manifestazioni non hanno ragione d'essere all'interno della nostra Repubblica nata proprio dalle ceneri di quel Regime che infiniti dolori causò agli italiani e gettò nell'Ade molte forti vite, ma da qui a farne un caso nazionale il passo è tutt'altro che breve!

Probabilmente la cosa nuova è il primo Governo a guida conservatrice della storia d'Italia. Con un partito di maggioranza relativa e una Presidente del Consiglio dei Ministri che in qualche modo, attraverso una continuità valoriale e simbolica con AN e l'MSI, si ritrovano ad essere vicini - probabilmente troppo vicini - a quella parte di Paese che mai ha saputo/voluto recidere in modo netto i legami con il Fascismo. Per questo so vorrebbero sentire parole chiare, nette, definitive, da parte di chi è chiamato a governare.

Il rischio è che il confronto politico su questo delicato e importante tema diventi la solita baruffa chiozzotta di goldoniana memoria, senza poi produrre nulla di utile e di significativo. Interrogarsi su quali siano le reali radici di queste manifestazioni e tornare alle ferite che nel corso degli anni '70 del secolo scorso hanno dilaniato il nostro Paese, ma che non hanno mai trovato cura, subissate da emergenze sempre nuove in un Paese sempre in subbuglio sarebbe cosa opportuna assai.

Il periodo del terrore e degli attentati terroristici di Sinistra e di Destra non è ancora stato del tutto chiarito e ad ogni piè sospinto emergono ricostruzioni e dietrologie: se è vero che le radici della Destra nazionalista attuale affondano più in quegli anni che in quelli della dittatura, allora è necessario dare cittadinanza alle istanze che essi rappresentano, almeno per amor di chiarezza. Ed è in questa incapacità verso la verità (quella storica, ben s'intende) che emergono santi e dei laici di dubbio gusto, appiattiti su alcuni loro caratteri, scevri dal contesto in cui sono vissuti e usati alternativamente come baluardi o grimaldelli nello scontro con la controparte.

La speranza è che, messo da parte una volta per tutte l'orgoglio, si arrivi a guardare alla storia recente del nostro Paese per quello che è stata, condannando ogni atto di violenza da qualsiasi parte sia venuto, considerando criminale chiunque abbia perpetrato tali violenze e ritenendo non condivisibili gli ideali che hanno armato quelle mani insanguinate. 

Forse ho troppa fiducia nell'uomo, ma continuo a sperarci!  



 

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